‘UN SORRISO PAGATO A RATE’
E ALTRE 21 STORIE
La proposta di Enrico Borgatti di scrivere la prefazione di questa sua opera mi ha colto di sorpresa perché non mi considero critica letteraria, né curatore editoriale, ma soltanto una professoressa di lettere in pensione che ama leggere e che di Borgatti conosce tutto, dall’avvincente romanzo che cinque anni fa mi chiese timidamente di leggere, che conserva nel cassetto e che spero arrivi presto nelle librerie, ai racconti che da tre anni pubblica ogni dieci o quindici giorni in Facebook.
Mi diverte moltissimo non solo leggere le sue storie, ma anche passare in rassegna i commenti dei suoi numerosi e fedeli lettori.
A dire il vero, mi hanno convinto l’affabilità e la simpatia di questo eclettico amico settentrionale che, venuto in Sicilia in vacanza, se n’è innamorato al punto da stabilirsi a Marsala assieme a Laura, sua dolcissima moglie.
Enrico riesce con innata maestria a far confluire nei suoi scritti generi letterari diversi e a passare con facilità e oserei dire unicità, dal racconto triste a quello umoristico, dal drammatico all’ironico, da quello che fa riflettere a quello che richiama l’umorismo dell’assurdo di Achille Campanile.
Questa incredibile versatilità e una fantasia senza eguali caratterizzano la sua vasta produzione e a me, che la conosco per intero, è dispiaciuto non trovare in questa raccolta molte sue storie particolarmente avvincenti e coinvolgenti che mi auguro saranno inserite in una prossima pubblicazione.
I racconti sono diversi per genere e tematica, ma il filo conduttore è sempre l’uomo con le sue pochezze, le sue angosce, i suoi disagi e le continue ricerche di stabilità. Borgatti è una fucina di idee originali, inventa situazioni paradossali e molti suoi personaggi al limite tra il reale e il surreale richiamano il già citato Campanile e, per certi aspetti, anche José Saramago, Kafka, Ionesco, Gogol, Oscar Wilde che, peraltro, sono gli autori che predilige.
Enrico Borgatti è un ottimo conoscitore dell’animo umano, un affabulatore che riesce a calare il lettore nei personaggi le cui storie non scivolano addosso, ma stimolano profonde riflessioni e lasciano un segno. Tristezza e umorismo sono i veri protagonisti che si avvicendano nelle ventidue storie.
La tristezza traspare in tutte le sue sfaccettature, ma non è mai leziosa né piagnona, anzi, paradossalmente, a volte trasmette messaggi di positività e di speranza.
L’umorismo è il genere, dove Enrico si sente più realizzato, Eugéne Ionesco scrive «Dove non c’è umorismo non c’è umanità.». Borgatti, che di umanità ne ha da vendere, ha un forte senso dell’umorismo. Il suo è un umorismo sano ed elegante che gli consente di cogliere gli aspetti positivi della vita. La sua ironia non è mai sarcastica perché non ferisce né svilisce, ma fa sorridere amabilmente.
Qualche storia mi ha suscitato forti emozioni come ‘Ha voluto chiamarlo Andrea, anzi Andreino’ che narra di una giovane donna che sacrifica il sogno di una brillante carriera ed il suo progetto di vita, al figlio nato da un incontro casuale con un primario di radiologia conosciuto in un congresso.
Tristissima è la sorte riservata alla coppia di sposi de ‘Una coppia come tante e un amore senza eguali’; quando il marito apprende che la moglie è vicina alla morte, colpito da un infarto, la precede. L’amore però sopravvive alla morte e continueranno a stare vicini, lui porgendole il braccio e lei stringendosi a lui con la stessa espressione di gioia che illuminava il suo volto quando era in vita.
Spassoso è ‘Le Carogne e il riserbo del Ratto’, dove, dopo un folle incipit dedicato alle carcasse degli animali vittime di iene, sciacalli, coyote, avvoltoi, condor, ricci e mosche, il protagonista, munito di videocamera e audiocassetta, illustra un suo tentativo di esperimento nominato ‘Gli atti del ratto’ che richiama l’antico detto ‘Quando il gatto non c’è i topi ballano’.
Ho trovato tanto divertente ‘Un Piano mal congegnato’ nel quale un tipo, su consiglio degli amici sposa una donna ricchissima che non ama con l’idea di riempirla di corna e con, nella mente, un insano progetto. La storia, che si tinge di giallo e si snoda tra imprevisti e malintesi, ha un finale a sorpresa che porta il protagonista ad ammettere:
«Sì, non pesano, né si vedono, ma mi fa un sacco di corna!».
E che dire, dei poemetti … quattro divertenti storie che nel rispetto della rima e della metrica affrontano amore e sesso in maniera leggermente osé, senza alcuna volgarità, ma con una signorilità squisita.
Borgatti è una persona fuori dal comune come lo sono tutte le sue storie, tristi, allegre, assurde, irreali e surreali che coinvolgono e appassionano il lettore per l’incontenibile carica umana. Il suo è un libro da leggere, da gustare e da regalare, anche come strenna natalizia: per una simpatica coincidenza il primo racconto, ambientato nella notte di Natale, narra di un tipo che per combattere l’incomunicabilità umana, riesce a vendere sorrisi con pagamento a rate.
Gabriella Spanò
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